La dolcezza è una manifestazione del frutto dello Spirito santo
Quando un credente si converte a Dio, ed ha creduto con tutto il cuore che Gesù è il Cristo di Dio, perciò nasce di nuovo, lo Spirito santo viene ad abitare dentro di lui, e si manifesta nel suo parlare e nei suoi comportamenti il frutto dello Spirito di Dio (cfr. Gal. 5:22), per mezzo della tutti vedono che quella persona è cambiata interiormente e diventa un’altra persona, grazie appunto all’opera che compie lo Spirito santo dentro di lui.
Tra le cose che lo Spirito santo opera per migliorare e far crescere dentro un credente c’è anche la dolcezza. Con la dolcezza, lo Spirito santo si manifesta in modo che il credente quando parla e si rapporta con altri credenti o degli infedeli, fa tutto con molta delicatezza, agisce con tenerezza, a partire dallo sguardo, dall’espressione e non è da lui il comportarsi o parlare in modo ruvido o con durezza, perché sa bene che le persone si trattano senza usare prevaricazione né violenza, non hanno modi bruschi, ma agiscono e parlano sempre con molta prudenza e con la massima attenzione verso il prossimo per non ferirlo in alcun modo.
Quando si parla e si interagisce con gli altri con dolcezza, vuole dire che si tiene conto del fatto che gli altri potrebbero offendersi, o sentirsi sopraffatti ingiustamente, e se i usa la dolcezza non è possibile che sentano violenza su di loro.
I credenti devono amare prima Iddio e poi il loro prossimo come sè stessi, quindi bisogna agire di conseguenza con dolcezza quando si intrattiene un dialogo od un rapporto con qualcuno, bisogna porre sempre la massima attenzione, per cercare in tutti i modi di non ferire l’altro neppure involontariamente. Chi fa del male agli altri volontariamente è malvagio, quindi non è di questo che qui stiamo argomentando, che è un’altra cosa, e la dolcezza con gli animi cattivi non c’entra niente.
La dolcezza, oltre al fatto che che fa parte del frutto dello Spirito santo che si manifesta, ci sono casi e circostanze in cui è qualcosa di fondamentale per raggiungere un determinato risultato, ad esempio in caso in cui avvenga un diverbio con un’altra persona, anche se sappiamo che è doveroso vivere in pace con tutti, per quanto è possibile, ma talvolta si creano situazioni spiacevoli che possono portare ad una contrapposizione che può diventare anche molto dura e se non viene controllata si potrebbe arrivare anche alla violenza fisica, e questo ad un credente non deve mai accadere.
Ecco, la Scrittura ci ammaestra anche in questo, e nel libro pieno della sapienza scritto da Salomone leggiamo queste parole:
«La risposta dolce calma il furore, ma la parola dura eccita l’ira» (Proverbi 15:1).
Vedete, dunque, qual è la forza della dolcezza nel rapportarsi con gli altri nel modo corretto?
Fratelli nel Signore, voi avete lo Spirito santo, di conseguenza avete sempre l’obbligo di impegnarvi a governare tutte le situazioni che vi capita di affrontare, con altri credenti o con increduli che non hanno lo Spirito di Dio, perciò avete la facoltà di portare lo scambio di opinioni fino alla violenza, se agite e rispondete con violenza e in modo molto rude, ma se voi usate la dolcezza siete in grado di spegnere gli animi che si sono infiammati e di calmare il furore, come abbiamo letto nel passo riportato sopra. Pertanto, giudicate da voi stessi cosa è conveniente di fare in certe situazioni.
L’Apostolo Paolo ha scritto ai santi di Colosse, e lo insegna anche a noi, quali sono gli abiti di cui ci dobbiamo rivestire nei rapporti con i nostri cari fratelli:
«Vestitevi dunque, come eletti di Dio, santi ed amati, di tenera compassione, di benignità, di umiltà, di dolcezza, di longanimità; sopportandovi gli uni gli altri e perdonandovi a vicenda, se uno ha di che dolersi d’un altro. Come il Signore vi ha perdonati, così fate anche voi.» (Colossesi 3:12-13)
Ecco, cari nel Signore, vedete come bisogna comportarsi con il prossimo? Soprattutto con i fratelli in Cristo, per evitare che si creino situazioni spiacevoli e si facciamo dei torti, e se pure qualcuno subisce un torto, sappiate che deve sopportare, avere pazienza, e nel sopportare gli altri ricordatevi di tutta la pazienza che il Signore Gesù Cristo ha con tutti noi, ogni giorno, per tutto quello che non facciamo secondo la sua volontà e che talvolta si tramuta anche in qualcosa di peccaminoso, eppure Egli ha pietà di noi, ha pazienza con noi, perciò noi pure dobbiamo avere pazienza con gli altri che sbagliano con noi.
Nei ministri di Dio la dolcezza non può assolutamente mancare, è una cosa che si devono procurare con grande diligenza, chiedendo a Dio in preghiera che crescano anche nella dolcezza, perché avendo a che fare con molti credenti, bisogna sapersi rapportare con tutti e farlo sempre nella maniera corretto e con il pieno rispetto di tutti quanti. A tal proposito, l’Apostolo Paolo scrive queste parole al giovane Timoteo:
«Ma tu, o uomo di Dio, fuggi queste cose, e procaccia giustizia, pietà, fede, amore, costanza, dolcezza.» (1 Tim. 6:11)
I servi di Dio sono chiamati a compiere vari compiti nella Chiesa per il bene di ogni pecora del gregge del Signore, tra i quali vi è anche questo di convincere i contraddittori e di correggerli, e bisogna imparare a farlo anche nella maniera giusta, non solo avendo conoscenza della verità della Parola di Dio, ma bisogna farlo anche nel modo più corretto possibile e tenendo conto del rispetto che bisogna portare agli altri, e a tal proposito sempre l’Apostolo Paolo ha scritto queste parole per ammaestrare il giovane Timoteo, che era Apostolo anch’egli:
«Or il servitore del Signore non deve contendere, ma dev’essere mite inverso tutti, atto ad insegnare, paziente, correggendo con dolcezza quelli che contradicono, se mai avvenga che Dio conceda loro di ravvedersi per riconoscere la verità; in guisa che, tornati in sé, escano dal laccio del diavolo, che li avea presi prigionieri perché facessero la sua volontà.» (2 Tim. 2:24-26)
Diletti e fedeli nel Signore, vi ricordo queste cose che sono scritte e vi supplico per il bene vostro e di tutti quelli con cui avete a che fare, di tenerli in grande considerazione, affinché ogni rapporto con le persone, per quanto dipenda da voi, vada nella maniera giusta e corretta, e non si creino screzi, litigi e diatribe che siano dovuti al modo di rapportarsi con gli altri in maniera troppo dura e aspra; la dolcezza è qualcosa dentro l’uomo che quando si manifesta ha un effetto molto forte, ed agire con dolcezza non deve essere scambiato per debolezza o considerato come una menomazione dell’autorità che si riveste, anzi, se uno parla e agisce con dolcezza, vuole dire che è sicuro di quello che sta dicendo e sta facendo e se non perde la calma; e significa che si ha la situazione sotto controllo e non è sfuggita dalle mani. Insomma, uno che ha fede in Dio ed è certo di quello che lui è e delle sue mansioni nella Chiesa, non ha motivo di perdere la calma e di agire in modo brusco, arrogante e violento, ma rimarrà calmo interiormente e risponderà con dolcezza anche alle provocazioni ed ai tentativi di prevaricazione violenta di altri.
Queste sono cose buone da considerare e da mettere assolutamente in pratica, che vi aiuteranno nell’intrattenere i rapporti con tutte le persone, e lo Spirito santo che è dentro di voi vi farà crescere anche nella dolcezza.
Badate dunque a come ascoltate e badate che nessuno vi seduca con vani e manipolatori ragionamenti.
Giuseppe Piredda