Una meditazione sulla fede e le opere
di Giuseppe Piredda
L’Apostolo Paolo ha scritto ai santi di Roma, tra l’altro, queste parole:
«poiché noi riteniamo che l’uomo è giustificato mediante la fede, senza le opere della legge.» (Rom. 3:28).
Quindi, quelle parole c’insegnano che l’unico mezzo per cui si possa ottenere la salvezza è la fede, solo per mezzo di essa si viene giustificati da Dio, cioè resi giusti; e la fede si ottiene solo per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore e Salvatore, e si viene riconciliati con Dio e da quel momento si sente nel proprio cuore una grande pace e gioia nel proprio cuore, secondo quanto ha scritto ancora Paolo:
«Giustificati dunque per fede, abbiam pace con Dio per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore, mediante il quale abbiamo anche avuto, per la fede, l’accesso a questa grazia nella quale stiamo saldi» (Rom. 5:1-2).
La giustificazione si riceve solo per mezzo della fede in Gesù Cristo, nel suo sacrificio, nel suo Evangelo, non si può essere giustificati per mezzo delle proprie opere.
Abramo fu giustificato per fede, perché egli ha creduto con tutto il cuore a Dio, non fu giustificato per mezzo delle opere, ma soltanto per mezzo della fede, esempio che prende l’Apostolo Paolo per istruire i santi di Roma che la salvezza viene data ai peccatori solamente tramite la fede, e non per mezzo delle opere:
«Che diremo dunque che l’antenato nostro Abramo abbia ottenuto secondo la carne? Poiché se Abramo è stato giustificato per le opere, egli avrebbe di che gloriarsi; ma dinanzi a Dio egli non ha di che gloriarsi; infatti, che dice la Scrittura? Or Abramo credette a Dio, e ciò gli fu messo in conto di giustizia. Or a chi opera, la mercede non è messa in conto di grazia, ma di debito; mentre a chi non opera ma crede in colui che giustifica l’empio, la sua fede gli è messa in conto di giustizia.» (Rom. 4:1-5)
Quando poi Iddio mise alla prova la fede di Abramo, egli non esitò nell’offrire il suo figliolo Isacco in sacrificio, e tale opera rese una grande testimonianza della sua fede, che già era in lui dal momento in cui ha creduto, che con quell’opera si manifestò a distanza di molti anni, infatti è scritto:
«Ma l’angelo dell’Eterno gli gridò dal cielo e disse: ‘Abrahamo, Abrahamo’. E quegli rispose: ‘Eccomi’. E l’angelo: ‘Non metter la mano addosso al ragazzo, e non gli fare alcun male; poiché ora so che tu temi Iddio, giacché non m’hai rifiutato il tuo figliuolo, l’unico tuo’.» (Gen. 22:11-12)
Per mezzo della fede Abramo fu giustificato, dopo egli ha compiuto le opere che resero testimonianza della presenza della sua grande fede dentro il suo cuore.
Paolo, per dimostrare che si viene riconciliati con Dio tramite la fede, e non per le opere, cita le parole di Davide che dice:
«Così pure Davide proclama la beatitudine dell’uomo al quale Iddio imputa la giustizia senz’opere, dicendo: Beati quelli le cui iniquità son perdonate, e i cui peccati sono coperti. Beato l’uomo al quale il Signore non imputa il peccato.» (Rom. 4:6-8)
Quando avvenne che il carceriere di Filippi chiese a Paolo e Sila: “Signori, che debbo io fare per esser salvato?” (Atti 16:30), essi gli risposero in questo modo: “Credi nel Signor Gesù, e sarai salvato tu e la casa tua” (Atti 16:31), non gli dissero di compiere delle opere, e forse, dopo sarebbe stato salvato, ma gli dissero che avrebbe dovuto credere per essere salvato.
È dunque dimostrato dalle sacre Scritture, non solo con i passi sopra riportati, ma ce ne sono numerosi altri, che la salvezza, ovvero la giustificazione, la nuova nascita, si ottiene per mezzo della fede.
Tuttavia è doveroso pure ricordare che la Scrittura insegna, oltre al fatto che la salvezza si ottiene per mezzo della fede in Gesù Cristo, cosa che non può essere comprata né acquistata per nessuna opera, che essa fede una volta presente nel cuore di un uomo, che prima era peccatore e viveva immerso e dominato dal peccato, per mezzo di essa egli smette di vivere nel peccato, si santifica ed è sospinto a compiere tutte quelle buone opere che sono gradite a Dio.
Le opere, dunque non salvano assolutamente il peccatore, ma sono la diretta conseguenza della presenza della fede in coloro che sono stati giustificati per mezzo di essa, sono la testimonianza che la fede è presente in quei cuori che operano.
Infatti, ciò che ha valore davanti a Dio è questo:
«Infatti, in Cristo Gesù, né la circoncisione né l’incirconcisione hanno valore alcuno; quel che vale è la fede operante per mezzo dell’amore.» (Galati 5:6)
Ancora, Giacomo scrive queste parole:
«Che giova, fratelli miei, se uno dice d’aver fede ma non ha opere? Può la fede salvarlo? Se un fratello o una sorella son nudi e mancanti del cibo quotidiano, e un di voi dice loro: Andatevene in pace, scaldatevi e satollatevi; ma non date loro le cose necessarie al corpo, che giova? Così è della fede; se non ha opere, è per se stessa morta. …
Ma vuoi tu, o uomo vano, conoscere che la fede senza le opere non ha valore?» (Giac.2:14-17, 20)
Quando un peccatore viene rigenerato spiritualmente dallo Spirito santo, diventa una nuova creatura, un uomo nuovo, ed egli sente la spinta di santificarsi e di compiere tutte quelle opere di giustizia, sapendo che sono gradite a Dio, suo salvatore.
Le buone opere, dunque, testimoniano a noi stessi e agli altri, che siamo nati di nuovo e che siamo stati salvati per mezzo della fede e siamo stati rigenerati spiritualmente (cfr. Efes. 2).
Se uno dice di avere fede, ma vive una vita dissoluta, impegnandosi a soddisfare i desideri della propria concupiscenza carnale, capite bene tutti, che è lecito domandarsi quale rigenerazione e nuova vita ha ricevuto quel tale? Ecco perché le opere sono importanti e la fede ha un grande valoro solo se è operante, non morta, perché è da esse che si vede veramente se dentro il cuore di un sedicente credente c’è veramente la fede in lui.
Eccovi dunque, in breve, delle considerazioni da farsi a riguardo alla fede salvifica, e alle opere come conseguenza di tale fede. Senza fede non si può essere salvati, ma se non ci sono opere significa che la fede è morta, che non c’è mai stata o non c’è più.
Perciò, diletti e fedeli nel Signore, meditate bene sui passi che vi ho riportato, perché sono molti i cianciatori e seduttori di menti che ci sono in mezzo alla Chiesa; ci sono di quelli che non insegnano che la salvezza sia per fede, ma ci sono anche di quelli che rinnegano che le opere siano la testimonianza della fede, ed entrambi le cose non vanno bene e non sono conformi a quanto è insegnato dalla somma della Parola di Dio.
Fratelli, badate dunque a come ascoltate e badate che nessuno vi seduca con vani e manipolatori ragionamenti.
Giuseppe Piredda