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Posted by on Feb 15, 2023 | 0 comments

Chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato

Premessa

Molte volte ricorre nelle Scritture la parola ed il concetto di “perseverare”, per ricordare ai santi, con la continua esortazione, che è doveroso tenere sempre un costante atteggiamento mentale e di cuore come lo aveva Gesù Cristo, oltre ad un comportamento motivato e sostenuto dalla piena convinzione personale di seguire quanto è comandato nella Scrittura, per fare di continuo ciò che piace al nostro Padre Celeste.

Tale continua esortazione trova la sua giustificazione sul fatto che, nel caso in cui non si riesca a perseverare sino alla fine nelle cose che piacciono al Signore, non si arriverà ad ereditare la vita eterna promessa da Dio ai suoi figlioli.

Gesù ha detto, tra tante altre parole, anche queste:

«E sarete odiati da tutti a cagion del mio nome; ma chi avrà perseverato sino alla fine sarà salvato.» (Matteo 10:22)

Ormai molti sono i credenti che si sono resi conto che essere veri cristiani che vogliono piacere a Dio in tutte le cose, non vivono una vita facile e comoda, ma sono perseguitati del continuo, sono sottoposti a continue pressioni dal mondo e da tutti quei ribelli e cianciatori che si trovano in mezzo alla Chiesa di Gesù Cristo; i seduttori e ribelli cercano tutti di tentare e sconvolgere la vita e la mentalità che hanno i figlioli di Dio, per metterla sottosopra.

Il nostro grande Iddio, sapendo appunto dell’esistenza di tutte le difficoltà che i santi dovranno vivere e le prove che dovranno attraversare in questa vita su questa terra, ha voluto che nelle sacre Scritture fosse continuamente presente l’esortazione a perseverare sino alla fine, senza stancarsi e senza venire meno nella fede, senza stancarsi di fare le opere, senza venire meno nella mente e nel proprio cuore.

Considerato queste difficoltà, ho voluto ricordare in questo scritto alcune cose importanti a cui tutti i cristiani faranno bene a prestare attenzione, affinché riflettano e preghino Iddio per fortificarli e aiutarli a perseverare fino alla fine.

2. Alcune cose su cui bisogna essere perseveranti

Considerato tale premessa, ora vediamo in concreto attraverso dei passi delle Scritture alcune cose da sapere, affinché siano messe in pratica con perseveranza, e sia dato qualcosa di concreto a cui pensare quando si sente dire nelle prediche la parola “perseveranza”.

2.1. Perseverare nella fede.

«E avendo evangelizzata quella città e fatti molti discepoli, se ne tornarono a Listra, a Iconio ed Antiochia, confermando gli animi dei discepoli, esortandoli a perseverare nella fede, e dicendo loro che dobbiamo entrare nel regno di Dio attraverso molte tribolazioni.» (Atti 14:21-22)

Gli Apostoli dovunque andavano annunziavano l’Evangelo di Gesù Cristo e coloro che erano ordinati a vita eterna credevano ed erano salvati. Dopo di ciò, gli Apostoli esortavano coloro che avevano creduto a perseverare nella fede, perché si viene salvati per fede, ma la fede con il trascorrere del tempo, con il sopraggiungere delle prove e della persecuzione (cfr. Matteo 13:21) essa può anche naufragare e venire meno nel cuore dei credenti (cfr. 1 Tim. 4:1), e siccome senza fede è impossibile piacere a Dio (cfr. Ebrei 11:6), non si può ereditare la vita eterna se non si persevera nel credere con assoluta certezza e senza dubbi con tutto il cuore nelle promessa della vita eterna che Iddio ci ha fatto (cfr. Ebrei 11:1 per leggere la definizione di cosa è la fede).
«ora Iddio vi ha riconciliati nel corpo della carne di lui, per mezzo della morte d’esso, per farvi comparire davanti a sé santi e immacolati e irreprensibili, se pur perseverate nella fede, fondati e saldi, e non essendo smossi dalla speranza dell’Evangelo che avete udito, che fu predicato in tutta la creazione sotto il cielo, e del quale io, Paolo, sono stato fatto ministro.» (Colossesi 1:22-23)
Anche l’Apostolo Paolo ha scritto ai santi di Colosse che dopo essere stati riconciliati con Dio grazie al sacrificio di Gesù Cristo, la condizione per presentarsi alla fine della corsa davanti a Dio è quella di essere perseveranti nella fede, facendo capire bene che una condizione fondamentale per ereditare la vita eterna è quella dell’avere fede, e se la fede viene meno non si arriva a presentare davanti a Dio.

«Perché Adamo fu formato il primo, e poi Eva; e Adamo non fu sedotto; ma la donna, essendo stata sedotta, cadde in trasgressione nondimeno sarà salvata partorendo figliuoli, se persevererà nella fede, nell’amore e nella santificazione con modestia.» (1 Timoteo 2:13-15)

L’Apostolo Paolo scrivendo al giovane Timoteo, tra le altre cose gli spiega quali sono i motivi per il quale le donne non devono insegnare le dottrine della Bibbia, tuttavia dice che le donne dovranno compiere la grande opera di avere ed allevare figlioli, e sarebbero state salvate SE perseverano nella fede, nell’amore e nella santificazione. Quindi, quelle sorelle che per la grazia di Dio hanno ricevuto i doni di avere diversi figlioli, sappiano che non devono adagiarsi su quelle grandi benedizioni, e grazie a Dio per quello, ma devono badare comunque a perseverare nella santificazione e nella fede, altrimenti non erediteranno il Regno di Dio.

2.2. Perseverare nella preghiera.

«Perseverate nella preghiera, vegliando in essa con rendimento di grazie» (Colossesi 4:2)

«siate allegri nella speranza, pazienti nell’afflizione, perseveranti nella preghiera» (Romani 12:12)

L’apostolo Paolo ha esortato i santi di Colosse e di Roma a perseverare nella preghiera, perché con la Preghiera si rimane in continua comunione spirituale con il Signore. Un credente che persevera nella preghiera è un credente che desidera e ricerca continuamente il contatto con il Signore, la guida dello Spirito santo e la comunione con Dio, manifestando così la propria fede in Dio.

Un credente che non persevera nella preghiera, che non prega mai, o che prega pochissimo, dimostra di non avere bisogno di Dio, quindi sarà per forza di cose un credente che cammina senza la guida del Signore, perché non la ricerca e non la vuole.

Tutti noi credenti abbiamo bisogno continuamente di qualche cosa dal Signore, e la dobbiamo domandare a Dio, e lo dobbiamo fare umiliandoci in preghiera, adorando e riconoscendo in ginocchio faccia a terra che Egli è l’unico Iddio, grande e potente, che non c’è altro Dio fuori di Lui ed è degno di essere adorato e glorificato.

Chi non lo cerca in preghiera, vuol dire che non ha bisogno della comunione con Dio, non ha bisogno di Lui, mostrando così di non avere piena conoscenza di chi sia veramente Iddio e di quale sia la Sua volontà.

Cari nel Signore, voi che temete Iddio e che volete piacergli in ogni cosa, sappiate che dovete perseverare nella preghiera, dedicare ad essa il più tempo possibile, perché ne riceverete ogni volta il premio che Dio ha preparato per voi (cfr. Matteo 6:6).

«Tutti costoro perseveravano di pari consentimento nella preghiera, con le donne, e con Maria, madre di Gesù, e coi fratelli di lui.» (Atti 1:14)

Luca ci fa sapere che nel periodo in cui ancora non c’era ancora un’opera potente di evangelizzazione e di espansione del messaggio dell’Evangelo, i circa centoventi si dedicavano alla grande opera di perseveranza nella preghiera, e lo facevano insieme e di pari consentimento.

La preghiera fatta da soli ha la sua forza e la sua potenza, ma quella fatta tra più fratelli che si sono messi d’accordo per qualche cosa, beh, questa ha una forza ed una potenza molto maggiore di quella singola personale, secondo quanto è scritto:

«Ed anche in verità vi dico: Se due di voi sulla terra s’accordano a domandare una cosa qualsiasi, quella sarà loro concessa dal Padre mio che è nei cieli.» (Matteo 18:19)

Quindi, cari nel Signore, sappiate che dovete perseverare non solo nella preghiera personale fatta da soli a casa, che non può essere sostituita da nulla, perché in quella occasione si ha un incontro ed una relazione personale con Dio e gli si può dire tutto quello che si ha nel cuore, ma dovete anche dedicarvi alla preghiera fatta insieme alla Chiesa, ad altri fratelli, perché una tale preghiera se fatta di pari consentimento ed essendosi messi d’accordo per chiedere qualcosa in particolare, salirà al Signore Iddio con molta più forza.

2.3. Perseverare nell’attendere agli insegnamenti della Parola di Dio.

«Quelli dunque i quali accettarono la sua parola furon battezzati; e in quel giorno furono aggiunte a loro circa tremila persone. Ed erano perseveranti nell’attendere all’insegnamento degli apostoli, nella comunione fraterna, nel rompere il pane e nelle preghiere.» (Atti 2:41-42)

Un’altra cosa in cui i santi sono chiamati a perseverare è lo studio della Parola di Dio, anche attraverso l’ascolto delle predicazioni e scritti dei veri servi di Dio.

«Beato l’uomo che non cammina secondo il consiglio degli empi, che non si ferma nella via de’ peccatori; né si siede sul banco degli schernitori; ma il cui diletto è nella legge dell’Eterno, e su quella legge medita giorno e notte.» (Salmi 1:1-2)

Vedete, come dice Davide nel salmo, chi si dedica allo studio ed alla meditazione delle sacre Scritture sarà beato, felice, perché riceverà da Dio la rivelazione diretta di come intendere ciò che sta scritto nella Bibbia, e servirà anche per stare attenti a quello che insegnano certi predicatori, per mettere alla prova quello che dicono e riuscire a vedere se le cose stanno effettivamente così, compiendo l’opera che facevano i Bereani (cfr. Atti 17:11).

Inoltre, è per mezzo dello studio e dell’apprendere le verità della Parola di Dio che la fede cresce, secondo quanto è scritto:

«Così la fede vien dall’udire e l’udire si ha per mezzo della parola di Cristo.» (Romani 10:17)

Quindi, dallo studio della Parola di Dio si cresce nella fede, di conseguenza chi non attende alla sua crescita nella conoscenza delle Scritture, rischia addirittura di perire per mancanza di conoscenza, com’è ricordato dal profeta:

«Il mio popolo perisce per mancanza di conoscenza. Poiché tu hai sdegnata la conoscenza, anch’io sdegnerò d’averti per sacerdote; giacché tu hai dimenticata la legge del tuo Dio, anch’io dimenticherò i tuoi figliuoli.» (Osea 4:6)

Dunque, cari nel Signore, anche il perseverare nello studio delle dottrine della Bibbia è una cosa molto importante da compiere, e chi non mette in pratica queste cose, come abbiamo letto, Iddio lo ritiene una forma di disprezzo verso la Sua Parola, tenderà a dimenticarsi delle cose di Dio e verrà a sua volta sdegnato e dimenticato da Dio. Giudicate, dunque, da voi stessi, se è necessario e quanto lo è attendere agli insegnamenti degli apostoli e dello studio delle Scritture.

2.4. Perseverare nel portare il frutto delle buone opere.

«il quale renderà a ciascuno secondo le sue opere: vita eterna a quelli che con la perseveranza nel bene oprare cercano gloria e onore e immortalità» (Romani 2:6-7)

I figlioli di Dio che perseverano nel portare frutto, nel compiere buone opere a favore del loro prossimo, fanno molto bene, perché è una cosa che viene loro richiesta da Dio e la loro mancanza è indicativa di cose più gravi nella vita di un credente, perché, come ci fa sapere Giacomo (cfr. Giac. 2:14-26), la fede senza le opere è morta, e senza fede non si può essere salvati.

«E a chi vince e persevera nelle mie opere sino alla fine io darò potestà sulle nazioni» (Apocalisse 2:26)

«E all’angelo della chiesa di Sardi scrivi: Queste cose dice colui che ha i sette Spiriti di Dio e le sette stelle: Io conosco le tue opere: tu hai nome di vivere e sei morto. Sii vigilante e rafferma il resto che sta per morire; poiché non ho trovato le opere tue compiute nel cospetto del mio Dio.» (Apocalisse 3:1-2)

Gesù esorta le Chiese a perseverare nel compiere le opere buone, e le chiama le “mie opere”, quindi sono opere che è Dio che dà ai santi da compiere (cfr. Efes. 2:9-10). Dunque, se Dio dà ad un credente delle opere da compiere, e questi non le compie, di certo il Signore non rimarrà contento.

Inoltre, le opere devono essere compiute, complete, devono essere a posto davanti a Dio, non basta avere fede soltanto, ma la fede è necessario che sia resa compiuta dalle opere, come fece Abramo, che alla fede che ebbe nel credere alla promessa di Dio, aggiunse alla fede anche l’opera di sacrificare il suo figliolo che Dio gli promise (cfr. Giac. 2:22).

Diletti e fedeli nel Signore, vedete quanto è importante, quindi, perseverare anche in tutte le opere che Dio ci mette davanti affinché le pratichiamo?

È per il vostro bene che vi ricordo tutte queste cose, affinché riflettiate e conosciate le cose almeno minime che bisogna mettere in pratica con perseveranza come figlioli di Dio.

Tutti saremo giudicati dalle opere concrete che avremo compiuto, non solo dalle parole dette; infatti, è dalle opere che vengono compiute che si vede se un albero è buono o è cattivo, e quando un credente ha un cuore buono, la coscienza è pulita ed ha la mente ed i sentimenti di Cristo, porta molto frutto ed il frutto sarà buono, infatti è scritto:

«E quel ch’è in buona terra, son coloro i quali, dopo aver udita la Parola, la ritengono in cuore onesto e buono, e portan frutto con perseveranza.» (Luca 8:15)

3. Vi rammento l’opera che devono compiere i servi del Signore.

«E dopo che la raunanza si fu sciolta, molti de’ Giudei e de’ proseliti pii seguiron Paolo e Barnaba; i quali, parlando loro, li persuasero a perseverare nella grazia di Dio.» (Atti 13:43)

I servi di Dio impegnati nella Chiesa nell’operare per il perfezionamento dei santi, devono, tra le altre cose e gli altri doveri, compiere anche un’opera di persuasione nei confronti dei fratelli, cioè bisogna convincerli, indurli a riconoscere la verità di ciò che sta scritto nella Parola di Dio, la giustezza, la fondatezza e l’utilità di tali cose, affinché le mettano costantemente in pratica e non se ne allontanino per nessuna ragione, e sentano nel loro cuore di compiere tutto il loro dovere come figlioli di Dio, per il bene dell’anima loro, affinché perseverino in tutte le cose e arrivino alla fine come piace a Dio e ricevano così l’eredità del Regno di Dio.

Conclusione

Cari fratelli e sorelle nel Signore, con questo mio breve scritto di esortazione, ho voluto dare il mio contributo nel farvi riflettere su determinate cose che ritengo molto importanti e chiedo a Dio che vi faccia comprendere tutte le cose e vi spinga a perseverare nella fede e nelle buone opere.

Non vi scoraggiate, dunque, quando le situazioni di vita diventano difficili, quando verranno le prove e le persecuzioni, andate avanti cercando con perseveranza l’aiuto che viene da Gesù Cristo in preghiera, e voi a suo tempo riceverete il riposo e la vita eterna alla presenza del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo.

L’amor mio è con tutti voi in Cristo Gesù.

Nessuno vi seduca con vani e manipolatori ragionamenti.

Giuseppe Piredda

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