Conoscenza e pratica devono andare assieme
“L’ardore stesso, senza conoscenza, non è cosa buona” (Pv 19:2a)
Lo zelo senza conoscenza non va bene; non è cosa buona.
È importante avere zelo nelle cose del Signore, anzi, ci è comandato di averlo, secondo che è scritto:
“quanto allo zelo, non siate pigri; siate ferventi nello spirito, servite il Signore;” (Rm 12:11)
ma questo zelo deve essere accompagnato anche dalla conoscenza della Parola di Dio.
Per questo è fondamentale che il credente legga, mediti, rifletta tutti i giorni la Bibbia per conoscere la volontà di Dio, per conoscere il suo carattere, le sue virtù, il suo modo di agire; e per conoscere tutti i suoi comandamenti, che Egli ci ha dato per avere una giusta condotta nel suo cospetto e per esserGli graditi.
Non bastano 5 minuti di lettura al giorno; serve applicarvi l’impegno e le proprie facoltà mentali per leggere, meditarle e studiarle.
Ora, se è vero che lo zelo senza conoscenza non è cosa buona, è altresì vero che la conoscenza senza lo zelo, cioè il mettere in pratica, il praticare, le opere, non va bene.
Non è bene che un credente conosca tutte le scritture, abbia letto tantissime volte la Parola di Dio, ma poi non le metta in pratica e non porti frutto, non faccia buone opere, non metta in pratica la carità, non si interessi dei fratelli e delle sorelle, viva in un mondo tutto suo, si esclude e si separa dagli altri, e cosi via.
Le due cose citate, cioè la conoscenza biblica e il mettere in pratica vanno assieme, di pari passo. E vanno equilibrate.
Ricordatevi di ciò anche per evitare che sia dia peso ad una più dell’altra.
Questo è da tenere a mente affinchè non si creino degli squilibri: Non si devono sopportare persone che non fanno nulla ma che hanno tanta conoscenza biblica (e ce ne sono di pigri fannulloni sedicenti ministri del vangelo che fanno enorme fatica ad andare a trovare i fratelli o interessarsi di loro) ma non si devono neanche sopportare coloro che insegnano eresie gravi solo perchè fanno tante buone opere.
Faccio un esempio di squilibrio: non è che perché uno fa tante opere buone allora ha il permesso di insegnare qualsiasi eresia o dire qualsiasi cosa falsa. Non è che perchè faccia tante buone opere allora va tollerato in qualsiasi caso, o qualsiasi cosa insegni o dica. Non è cosi. Non è giustificato dal fatto che faccia tante opere buone. Certe eresie non vanno tollerate e anche certi peccati scandalosi. Infatti Gesù riprese quei suoi ministri che tenevano quelli che professavano la dottrina di Balaam e dei Nicolaiti (cfr Ap 2:13-15) e quelli che tolleravano Jezebel con le sue dottrine (cfr Ap 2:20). Questo per far capire che non va bene sopportare certe eresie indipendentemente dalla condotta e dalle opere di chi le professa.
Un’altro esempio di squilibrio: non è che perchè uno è ministro del vangelo, magari pastore, magari dottore della Parola, e insegna la giusta dottrina, vuol dire che può stare inoperoso, senza fare niente di concreto, di pratico, aiutando gli altri, servendo gli altri anche fisicamente andando a trovarli, visitandoli, chiamandoli, etc.. Anche questo non va bene. Anzi già non va bene se lo facesse un semplice fratello, ancor più grave se a farlo sono i ministri o gli anziani. Quel tale va ammonito e va ripreso e va esortato a fare buone opere a pro dei santi, e se non si ravvede, va allontanato.
Bisogna avere sempre il giusto equilibrio e valutare ogni cosa con il giusto giudizio, con discernimento, con carità e con misericordia.
Vegliate dunque, tutti i giorni, nello studio della parola, nel metterle in pratica e nell’avere il giusto giudizio per valutare la chiesa o il gruppo dove vi trovate;
Vegliate anche per non dare troppo peso ad un’altra parte piuttosto che all’altra rischiando poi di diventare come quei ministri che furono poi ripresi da Gesù per aver tollerato delle eresie oppure di dare troppo peso alla conoscenza trascurando nei fatti pratici la carità, rimanendo cosi inoperosi ed infruttuosi.
Haiaty Varotto