Sui prestiti
Circa l’argomento dei prestiti la scrittura ne parla in diverse occasioni.
Prima di andare alle scritture leggiamo la definizione di prestito:
“L’atto del prestare, il fatto di dare o ricevere qualche cosa (denaro, un bene, un oggetto) con l’impegno di restituirla entro un periodo di tempo determinato o non determinato. a. Con riferimento a denaro e a beni, cessione di un quantitativo di beni presenti contro l’impegno di restituire un quantitativo analogo (p. gratuito) o maggiore (p. a interesse) di beni futuri
Quindi il prestare significa dare qualcosa (se siamo dalla parte di chi presta, quindi del creditore) oppure prendere qualcosa (se siamo dalla parte di chi prende in prestito, quindi come debitori) con l’impegno che tale cosa, sia che si tratti di denaro, o di case, o di pani, etc.. debba essere restituita entro un certo periodo di tempo. E’ bene tenere a mente che il prestito non è fatto solo dal debitore ma è anche fatto dal creditore. Se c’è chi prende in prestito per forza c’è chi dà in prestito. Non si possono slegare le due cose. Cosi come la compravendita di qualcosa: se c’è chi compra vuol dire per forza che c’è chi vende. Questo è importante tenerlo a mente.
Adesso esaminiamo i seguenti passaggi biblici a riguardo:
- “Non farai al tuo prossimo prestiti a interesse, né di denaro, né di viveri, né di qualsiasi cosa che si presta a interesse. Allo straniero potrai prestare a interesse, ma non al tuo prossimo, affinché il SIGNORE, il tuo Dio, ti benedica in tutto ciò cui metterai mano nel paese dove stai per entrare per prenderne possesso.” (Dt 23:19-20). L’Eterno ordina al suo popolo di non prestare al prossimo A INTERESSE. Non dice di non prestare, ma di non farlo con gli interessi. Cosa significa? che potevano prestare senza chiedere l’interesse. Infatti ciò è ulteriormente confermato dalle seguenti parole: “Se tu presti del danaro a qualcuno del mio popolo, al povero ch’è teco, non lo tratterai da usuraio; non gl’imporrai interesse. (Esodo 22:25). Notate come il Signore ha detto “se” lasciando intendere che c’era questa possibilità. Inoltre notate come il prestito sarebbe dato ad un povero e tale prestito non doveva essere fatto con interessi alti (usura). Non doveva proprio essere applicato l’interesse.
- “Da’ a chi ti chiede, e a chi desidera da te un imprestito, non voltar le spalle.” (Mt 5:42). Gesù ha dato un ordine ai suoi discepoli: bisogna prestare a chi desidera da noi un prestito. Non bisogna dire no, o dire cose del tipo “non ti presto perchè non va bene fare debiti” o “no” perchè diventi mio schiavo” o ragionamenti simili. Sono vani ragionamenti. Badate bene che Gesù ha avvertito di non voltare le spalle. E uno che ubbidisce a Cristo PER CERTO non sta sbagliando.
- Un’altra cosa da sapere è che il prestito non è soltanto un prestito di denaro, ma può anche essere un prestito di qualsiasi oggetto o cosa, come ad esempio grano, pani, vasi, case, etc… e ciò è confermato anche dai seguenti altri passaggi: Eliseo ha detto alla donna di chiedere in prestito dei vasi vuoti. “Va’ fuori, chiedi in prestito a tutti i tuoi vicini dei vasi vuoti; e non ne chiedere pochi.” (2 Re 4:3); In questo altro caso, vi è il caso del prestito di una bestia: “Se uno prende in prestito dal suo vicino una bestia, e questa resti stroppiata o muoia essendo assente il padrone d’essa, egli dovrà rifare il danno.” (Es 22:14); In questo caso vi è il prestito di grano: “Anch’io e i miei fratelli e i miei servi abbiam dato loro in prestito danaro e grano. Vi prego, condoniamo loro questo debito.” (Neemia 5:10).
- Iddio aveva stabilito anche un tempo in cui i debiti venivano rimessi, secondo che è scritto: “Alla fine di ogni settennio celebrerete l’anno di remissione. Ecco la regola di questa remissione: ogni creditore sospenderà il suo diritto relativo al prestito fatto al suo prossimo; non esigerà il pagamento dal suo prossimo o dal fratello, quando si sarà proclamato l’anno di remissione in onore del SIGNORE. Potrai esigerlo dallo straniero, ma sospenderai il tuo diritto su ciò che tuo fratello avrà di tuo. Così, non vi sarà nessun povero in mezzo a voi, poiché il SIGNORE senza dubbio ti benedirà nel paese che il SIGNORE, il tuo Dio, ti dà in eredità, perché tu lo possegga. Soltanto, ubbidisci diligentemente alla voce del SIGNORE tuo Dio, avendo cura di mettere in pratica tutti questi comandamenti, che oggi ti do. Il SIGNORE tuo Dio ti benedirà, come ti ha promesso; tu farai dei prestiti a molte nazioni e non prenderai nulla in prestito; dominerai su molte nazioni ed esse non domineranno su di te. Se ci sarà in mezzo a voi in una delle città del paese che il SIGNORE, il tuo Dio, ti dà, un fratello bisognoso, non indurirai il tuo cuore e non chiuderai la mano davanti al tuo fratello bisognoso; anzi gli aprirai largamente la mano e gli presterai tutto ciò che gli serve per la necessità in cui si trova. Guàrdati dall’accogliere nel tuo cuore un cattivo pensiero che ti faccia dire: «Il settimo anno, l’anno di remissione, è vicino!», e ti spinga ad essere spietato verso il tuo fratello bisognoso, così che non gli darai nulla; poiché egli griderebbe al SIGNORE contro di te, e un peccato sarebbe su di te. Dagli generosamente; e quando gli darai, non te ne dolga il cuore; perché, a motivo di questo, il SIGNORE, il tuo Dio, ti benedirà in ogni opera tua e in ogni cosa a cui porrai mano. Poiché i bisognosi non mancheranno mai nel paese; perciò io ti do questo comandamento e ti dico: apri generosamente la tua mano al fratello povero e bisognoso che è nel tuo paese.” (Dt 15:11) Notate come Il Signore mette in guardia il suo popolo dall’indurire il proprio cuore e di chiudere la mano davanti al prossimo e lo esorta a prestare tutto ciò che gli serve. Ancora una volta viene confermato che è lecito, anzi doveroso prestare ad un fratello che è nel bisogno.
- In quest’altro passaggio vediamo come tra le benedizioni di Dio, se Israele avesse ubbidito al Signore, vi era quella di prestare alle nazioni e non prendere nulla in prestito: “L’Eterno aprirà per te il suo buon tesoro, il cielo, per dare alla tua terra la pioggia a suo tempo, e per benedire tutta l’opera delle tue mani, e tu presterai a molte nazioni e non prenderai nulla in prestito. (Deuteronomio 28:12). Mentre tra le maledizioni, nel caso avesse disubbidito, vi era quella che avrebbe preso in prestito dalle nazioni: “Egli presterà a te, e tu non presterai a lui; egli sarà alla testa, e tu in coda”. (Deuteronomio 28:44)
- “Non esser di quelli che dan la mano, che fanno sicurtà per debiti. Se non hai di che pagare perchè esporti a farti portar via il letto” (Pv 22:26-27). In questo passaggio ci viene fatto sapere di non essere di quelli che fanno sicurezza per i debiti se non si ha di che pagare. Infatti nel passaggio c’è un SE, il che vuol dire che se uno ha di che pagare, il debito lo può fare.
- “Il ricco signoreggia sui poveri, e chi prende in prestito è schiavo di chi presta.” (Pv 22:7). Il passaggio ci fa capire che chi prende un prestito diventa schiavo di chi presta. Cosa vuol dire? che è legato da quel prestito fino al pagamento dello stesso. Quindi per tutta la durata del prestito, il debitore è vincolato a pagare il suo debito. Se uno fratello povero chiede ad un’altro fratello un prestito, come previsto dalla legge di Dio, tale fratello sarà vincolato al fratello creditore fino al pagamento del suo debito. Questo passaggio vieta il fare i debiti oppure fa capire che fare debiti è peccato? no. Ci fa sapere che ci sarà un vincolo cosi come ad esempio v’è un vincolo in un rapporto di lavoro tra un padrone e un dipendente. Un dipendente, o un servo, non è libero di fare quello che vuole ma è sempre vincolato al suo padrone e dovrà sempre rendergli conto.
- “L’empio prende a prestito e non rende: ma il giusto è pietoso e dona.”(Salmo 37:21). Qui le scritture ci fanno sapere che gli empi prendono a prestino ma non restituiscono. Ovviamente questo è un comportamento da biasimare perchè se uno prende qualsiasi cosa in prestito la deve restituire. Non può semplicemente dimenticarsene.
- “Egli tutti i giorni è pietoso e presta, e la sua progenie è in benedizione.” (Sl 37:26). Qui parlando del giusto si dice che egli è pietoso e presta. Non si trae indietro dal prestare a coloro che ne hanno bisogno facendo vani ragionamenti. Presta ed aiuta il suo prossimo com’è stabilito da Dio.
- “Felice l’uomo che ha compassione e presta! Egli guadagnerà la sua causa in giudizio” (Sl 112:5). L’uomo che ha compassione e presta è felice e prova gioia nel cuore mentre. Dio gli farà guadagnare la sua causa in giudizio.
- “Chi ha pietà del povero presta all’Eterno, che gli contraccambierà l’opera buona.” (Pv 19:17). Si può persino prestare all’Eterno! Si, chi ha pietà del povero presta all’Eterno!
- “se non presta a interesse e non dà ad usura, se ritrae la sua mano dall’iniquità e giudica secondo verità fra uomo e uomo,” (Ezechiele 18:8). Qui parlando del giusto ci fa capire che il giusto non presta ad interesse al proprio fratello e non dà ad usura.
- “Poi disse loro: Se uno d’infra voi ha un amico e va da lui a mezzanotte e gli dice: Amico, prestami tre pani,” (Lc 11:5). Gesù ha citato, in una sua parabola, un uomo che va da un amico a chiedergli in prestito tre pani. Se chiedere in prestito un bene fosse sempre sbagliato, perchè Gesù lo cita ad esempio? Infatti il prendere in prestito una cosa non è sbagliato ed è per questo che Gesù lo cita.
- “Se ti ha fatto qualche torto o ti deve qualcosa, addebitalo a me. Io, Paolo, lo scrivo di mia propria mano: pagherò io; per non dirti che tu mi sei debitore perfino di te stesso.” (Filemone 19). Queste sono le parole delll’apostolo Paolo, rivolgendosi a Filemone, e palando di Onesimo, che era un servo di Filemone. Ora con queste parole, l’apostolo Paolo era pronto a prendersi il DEBITO di Onesimo, e quindi era pronto ad essere debitore verso Filemone. E l’apostolo Paolo è lo stesso che ha scritto: “Non abbiate altro debito con alcuno se non d’amarvi gli uni gli altri;” (Rm 13:8). Stava sbagliando l’apostolo Paolo a dire queste parole essendo pronto a diventare debitore di Filemone nel caso Onesimo avesse un debito con lui? COSI NON SIA. Questo significa che i santi possono, in alcune occasioni, prendersi il debito di qualche altro fratello, diventando così il debitore e provvedendo poi al pagamento al posto loro. Certo, rimane comunque il fatto che bisogna cercare di non aver alcun debito con alcuno se non di quello di amarci.
CONCLUSIONE
Prestare un qualcosa, sia che sia denaro o un bene è un ordine di Dio. Se qualcuno vuole un prestito dai credenti, ed Egli è in condizione di farlo, lo deve fare. Se non lo fa trasgredisce a dei chiari ordini di Dio. Se prestare è un ordine di Dio, e quindi non è peccato, ed il prestito è formato da un creditore e un debitore, allora nè il creditore nè il debitore peccano. Chi afferma che prestare è peccato sta andando contro le parole di Gesù! Guai a lui o a lei! Uno che presta al prossimo ubbidendo a Cristo non sta facendo qualcosa che danneggia il prossimo perchè il Signore ci ha ordinato di amare il nostro prossimo e “L’amore non fa male alcuno al prossimo;” (Rm 13:10). Se c’è un prestito, e se c’è un creditore dall’altra parte c’è un debitore. Come anche se c’è chi vende, dall’altra parte c’è chi compra. Se si comincia a dire che il prestito in sé è peccato, o anche che tutti i debiti sono peccato, allora vuol dire che sbaglia anche il creditore perché sta mettendo il debitore in condizione di peccare. Oppure vogliamo affermare che chi presta non pecca mentre chi si sta indebitando con lui si? sarebbe una contraddizione.
Certo, chi prende in prestito è schiavo/servo/vincolato di chi presta (cfr Proverbi 22:7), nel senso che ha un qualcosa da restituire ed vincolato nella restituzione di quel qualcosa, che sia denaro o beni come casa, grano, pani..etcc e quindi è meglio evitare di farlo, cioè, è meglio, e se lo si può fare, non essere né schiavi né vincolati in altra maniera ad altri uomini ma non sempre ciò è possibile e ci saranno in mezzo al popolo di Dio, e anche nel mondo, persone che avranno bisogno di prestiti e non li si può condannare o dire che stanno peccando. Considerate che non sempre la servitù o il vincolo verso un altro uomo è peccato, perché anche i dipendenti sono servi/vincolati/schiavi dei loro padroni i quali dicono esattamente quello che devono fare e lo devono fare. Comunque se ci sono fratelli o sorelle convinte che si debbono astenere dai debiti fanno bene, basta che non si mettono a condannare o a giudicare coloro che lo hanno fatto e basta che non voltino le spalle a coloro che chiedono a loro dei prestiti altrimenti per certo peccherebbero.
Inoltre, bisogna dire che non è lecito ai credenti di essere stolti o insensati andando a mettersi nei guai nelle mani degli usurai, oppure riempiendosi di debiti aldilà delle proprie capacità entrando in una spirale di debiti, o ancora caricandosi di debiti per locali di culto o cose simili. Non si devono fare prestiti in maniera insensata e senza una reale necessità altrimenti vi riempirete di guai amari. Quello si che sarebbe peccato. Il prestito è uno strumento finanziario stabilito da Dio che dev’essere usato con sapienza e in maniera calcolata. E badate bene che calcolare non significa non confidare in Dio ma significa essere prudenti e savi (“Infatti chi è fra voi colui che, volendo edificare una torre, non si metta prima a sedere e calcoli la spesa per vedere se ha da poterla finire?” Lc 14:28).
Ora, il fatto di riprovare un cattivo utilizzo di uno strumento non significa che il problema sia lo strumento. Un esempio: anche una condotta stolta dell’utilizzo di internet o dell’utilizzo di un coltello sono da riprovare ma ciò non significa che internet o il coltello siano il problema. Ovviamente questo discorso non è assolutamente un incitamento a fare debiti a destra e a manca ma è per farvi capire che il problema non è il prestito, quindi lo strumento, ma l’uso che se ne fa. Non si può assolutamente condannare o demonizzare un fratello o una sorella che hanno preso un prestito facendoli sentire colpevoli, magari dicendo cose assurde come “siete maledetti” o che sono “peccatori che stanno andando all’inferno”. Si può dire che sono vincolati al proprio creditore (sia che il creditore sia un proprio fratello in Cristo o un altro), quello si, perché le cose stanno cosi, ma NON ALTRO. Poi, se proprio vuoi dirgli qualcosa, perché secondo te non doveva farli, prima di tutto senti il perché lo ha fatto, poi magari aiutalo a pagare il suo debito e poi renditi disponibile ogni volta che avrà bisogno affinché non debba ricorrere al prestito. Facile giudicare e condannare gli altri senza mettersi nei loro panni e capire le loro situazioni di vita e senza muovere un dito per aiutarli. Siate savi, misericordiosi e pietosi non stolti e spietati.
Haiaty Varotto