Alcune riflessioni sul settarismo e sull’opera dei ministri e anziani/conduttori nella chiesa
“Infatti, poiché v’è tra voi gelosia e contesa, non siete voi carnali, e non camminate voi secondo l’uomo? Quando uno dice: Io son di Paolo; e un altro: Io son d’Apollo; non siete voi uomini carnali? Che cos’è dunque Apollo? E che cos’è Paolo? Son dei ministri, per mezzo dei quali voi avete creduto; e lo sono secondo che il Signore ha dato a ciascun di loro. Io ho piantato, Apollo ha annaffiato, ma è Dio che ha fatto crescere; talché né colui che pianta né colui che annaffia sono alcun che, ma Iddio che fa crescere, è tutto. Ora, colui che pianta e colui che annaffia sono una medesima cosa, ma ciascuno riceverà il proprio premio secondo la propria fatica. Poiché noi siamo collaboratori di Dio, voi siete il campo di Dio, l’edificio di Dio.“ (1 Co 3:3-9)
Da questo passaggio comprendiamo che tra i Corinzi c’era chi camminava secondo la carne, secondo l’uomo e non secondo lo Spirito. Infatti c’erano delle GELOSIE e delle CONTESE, che appunto, sono tra i frutti della carne (cfr Gal 5:19-21). Dunque dove vi sono del continuo delle gelosie e delle contese, così come anche inimicizie, invidie, divisioni e settarismo, sappiate per certo che in quel gruppo non stanno camminando secondo lo spirito ma stanno camminando secondo la carne, e pertanto non possono piacere a Dio, secondo che è scritto: “e quelli che sono nella carne, non possono piacere a Dio.” (Rm 8:8). Un conto è cadere, venire meno qualche volta, un’altro è vivere continuamente in quelle cose, o in cose simili. Non vi illudete, se uno vive secondo la carne non erediterà il regno di Dio. Dico questo perché alcuni si illudono pensando che siccome la salvezza è per grazia, non importa come vivono, e quindi non importa le opere che fanno, saranno comunque salvati. Ovviamente sono degli illusi perché come detto sopra, chi vive secondo la carne non piace al Signore e non erediterà il regno di Dio secondo che è scritto: “…che quelli che fanno tali cose non erederanno il regno di Dio.” (Gal 5:21)
Tornando ai Corinzi, c’era chi diceva di essere di Paolo e altri che dicevano di essere di Apollo. Insomma c’erano delle persone che pensavano di appartenere all’uomo; al punto che Paolo li ha dovuti ammonire. Eh si, perché non va bene quando un credente pensa di appartenere ad un’altro credente; così come anche non va bene quando un ministro pensa che certi credenti sono “suoi”. Purtroppo anche oggi nei vari ambienti evangelici, denominazioni e gruppi vari, c’è chi dice, o fa capire, di essere di una determinata persona piuttosto che di un altra. E vi sono dei ministri che signoreggiano sui credenti tenendoli sotto controllo in maniera ossessiva, vietando loro di sentirsi con altri ministri, di trovarsi o sentirsi con altri fratelli e cosi via.. Queste sono manifestazioni di carnalità, non di spiritualità. Quando notate che in un certo ambiente la figura di un uomo viene esaltata a dismisura e in maniera sproporzionata, allora certamente quei credenti stanno agendo secondo la carne nel gonfiare quell’uno. Proprio per questo avvengono delle divisioni e si creano delle sette. E anche il settarismo è un opera della carne.
Ora, l’apostolo Paolo ha fatto loro capire che, anche se lui era un ministro di Dio che aveva piantato, pur non era alcun che mentre invece tutta la gloria e tutto il merito andava a Dio. E questo perchè i credenti sono di Cristo, e sia chi pianta o chi annaffia (con predicazioni, ammonimenti, esortazioni, etc..) non sono nulla, ma dei servi che stanno facendo ciò che a loro è ordinato. Certo, riceveranno il premio che viene da Dio secondo la propria fatica, ma sempre dei servi rimangono. Non c’è nulla, ma proprio nulla di cui vantarsi rispetto ad altri. Purtroppo oggi, ci sono dei ministri tra pastori, dottori, apostoli e cosi via, così pieni di sé, i quali pensano che invece, che quando i credenti crescono, ciò è merito loro. Non lo dicono apertamente, ma lo si può chiaramente capire dai discorsi che fanno dicendo sempre “io di qui”, “io di là”, “la mia grande opera”, “io vi ho dato questo..”, “io vi ho dato quello” e così via.. Costoro errano grandemente prima di tuto perché sia chi pianta, sia che annaffia, non sono nulla; e in secondo luogo perché l’orgoglio, la superbia e l’arroganza non devono in alcun modo appartenere ai credenti, men che meno ad un ministro del vangelo. L’Eterno odia i superbi, i vanagloriosi, gli arroganti e li umilia. Inoltre costoro, siccome sono pieni di sé e si sono gonfiati oltremodo, cosa fanno? Sono gelosi e contendono con altri che lavorano nel campo del Signore. Infatti li vedi sempre parlare male degli altri e li vedi sempre screditarli; lo fanno per gelosia, o per invidia ed anche lo fanno per cercare in ogni modo di proteggere la propria influenza e il proprio “potere”, visto che l’altro rappresenta per loro un pericolo.
Fratelli nel Signore, se siete dei ministri, o se siete degli anziani, o se siete dei conduttori, non vi insuperbite e non vi innalzate sopra gli altri fratelli e sorelle che vi sono toccati in sorte; non abbiate un concetto di voi più alto di quello che si debba avere. Non pensate che siete meglio dell’altro. Non è che il pastore è meglio del profeta, o il dottore è meglio dell’anziano. Sono tutti importanti e ognuno ha il suo compito da Dio. State al vostro posto, operando la funzione che l’Eterno vi ha dato di fare e non disprezzare gli altri che svolgono i loro ruoli; anzi stimate gli altri ministri e gli altri anziani/conduttori che lavorano nel campo di Dio assieme a voi. Non cercate di strafare o di fare cose che l’Eterno non vi ha ordinato e non vi ha detto di fare. Non pensate che i santi che vi sono toccati in sorte sono proprietà vostra; non pensate che se loro crescono e diventano sempre più simili a Cristo, allora ciò è per merito vostro; non vi ingannate e non cadete nella trappola del diavolo che è la superbia e l’orgoglio. Servite i vostri fratelli con ogni umiltà, con amore e dolcezza. Non signoreggiate su di loro come dei signore ma serviteli come dei servi.
Haiaty Varotto